FOGLIO PARROCCHIALE SETTIMANA DAL 19 al 26 novembre 2023

Pubblicato giorno 18 novembre 2023 - Foglio Parrocchiale

 

PER LEGGERE IL FOGLIETTO ORIGINALE CLICCARE QUI SOTTO

NOVEMBRE 20 – 26

CONTENUTO 

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,14-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. 26Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

COMMENTO AL VANGELO DI P. E. RONCHI

La parabola dei talenti “scossa” al nostro Io

La parabola dei talenti mette in scena la sfida tra il patrimonio economico e il patrimonio relazionale, il molto denaro di un ricco signore e il suo grande progetto sui servitori: affida loro il suo tesoro e parte.
Al momento del ritorno e del rendiconto, la sorpresa raddoppia. Anziché tenere per sé, il padrone rilancia: «bene, servo buono, ti darò potere su molto».
E senti l’eco del profeta: così per te gioirà il tuo Dio (Is 62,5). Felice di ciò che vede, non solo dona ai servi l’investimento e il guadagno, ma aggiunge un di più: «entra nella gioia del tuo signore».
Signore e servi sono entrati in sintonia di vita, nell’esperienza che «il Regno viene con il fiorire della vita in tutte le sue forme» (Giovanni Vannucci).
I primi due hanno capito e osato, il terzo ha avuto paura e ha seppellito la sua vita: so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato, raccogli dove non hai sparso… ho avuto paura. Ecco qui ciò che è tuo.
Non l’ha mai considerato suo, quel talento. «Ho avuto paura». La madre di tutte le paure è la paura di Dio. Il terzo servo ha una immagine di Dio triste, predatoria, che sa di morte. Lo sente duro, nemico e ingiusto.
E chi non avrebbe paura di un Dio così? Tutta la parabola invece disegna una immagine opposta di Dio, che non è il mietitore severo di quanto ha seminato, ma lascia gioiosamente tutto il buon grano alla tua tavola, anzi lo raddoppia ancora (datelo a chi ha già dieci talenti).
Non siamo al mondo per fare i conti con Dio, ma per condividere tesori di bontà, di gioia, di bellezza, di legami.
Verso il servo che non è stato capace, la reazione ci sembra sproporzionata.
Ma Gesù usa un linguaggio apocalittico, paradossale, per dire che un’immagine sbagliata di Dio può provocare disastri, può farci davvero fallire la vita.
Ed è ciò che dobbiamo temere. La Evangelii Gaudium 49 ha una offerta di solare creatività quando ci esorta ad aver più paura di restare immobili e spenti che non di sbagliare. A noi, formati nell’idea che il peggio è sbagliare, dentro lo schema delitto/castigo, questo vangelo ricorda che il peggio che ci può capitare è di rimanere immobili, seppelliti, sterili, dei falliti, se dopo di noi, dietro di noi non lasciamo più vita.
Il mondo è una realtà germinante, e lo è ogni creatura, e noi siamo al mondo «per la fioritura dell’essere» (Romano Guardini), per fare avanzare, anche solo di un piccolo passo, il bene, i talenti buoni, la storia della gioia.
C’è una vita che preme alle nostre frontiere, non un tribunale. Allora a chi ha sarà dato. Dio regala vita a chi produce amore. Dio è la primavera instancabile del cosmo, il nostro compito è diventarne l’estate profumata di frutti.
(Letture: Proverbi 31,10-13.19-20.30-31; Salmo 127; 1Tessalonicesi 5,1-6; Matteo 25,14-30)

AVVISI

OGGI DOMENICA 19 NOVEMBRE si celebra la settima

GIORNATA MONDIALE DEI POVERI


Iniziativa, voluta da Papa Francesco per sollecitare la Chiesa a “uscire” dalle proprie mura per incontrare la povertà nelle molteplici accezioni in cui essa si manifesta nel mondo di oggi.
Il motto di quest’anno è ripreso da libro di Tobia :

                                                                                                      «Non distogliere lo sguardo dal povero»
Rinnoviamo l’invito a chi può, alla generosità, le situazioni di difficoltà economiche sono sempre più numerose.
E’ sempre attivo l’emporio solidale per la distribuzione di generi alimentari . Servono alimenti a lunga conservazione: tonno,olio, pelati, detersivi ecc..
Nella nostra Chiesa è sempre disponibile LA CESTA DELLA CARITÀ per la raccolta di cibo presso l’altare del Cristo Risorto.Per chi non può provvedere in modo diretto, può mettere le offerte nella cassetta per i poveri accanto alla CESTA, e/o fare versamenti sul conto intestato a: SAN VINCENZO DE PAOLI, via Canoniche 13 TREVISO indicando EMPORIO SOLIDALE IBAN IT 51 Z 03069 12080 100000003041 – Intesa San Paolo Treviso

MARTEDI’ 21 NOVEMBRE nella Chiesa di S. Stefano
festa della MADONNA DELLA SALUTE
ore 10.30 S. Messa
ore 15.30 S. Messa con unzione degli infermi cel. Da Mons. A. Guidolin
ore 18.30 S. Messa solenne celebrata dal Vic. Gen: Mons. M. Motterlini

Sabato 25 novembre
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Alle ore 21.00, all’ Auditorium S. Caterina, spettacolo teatrale su questo tema “La vita è” , con la partecipazione del vescovo Michele.

DOMENICA 26 NOVEMBRE
Si celebra in tutta la diocesi la Giornata di preghiera e sostegno per il nostro Seminario.

                                              

SETTIMANA LITURGICA

 

DOMENICA 19 NOVEMBRE verde

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – A
Liturgia delle ore prima settimana

Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30

Beato chi teme il Signore

LUNEDÌ 20 NOVEMBRE verde

Liturgia delle ore prima settimana

1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Sal 118; Lc 18,35-43

Dammi vita, Signore, e osserverò la tua parola

MARTEDÌ 21 NOVEMBRE bianco

Presentazione della B.V. Maria (m)

Liturgia delle ore prima settimana

2Mac 6,18-31; Sal 3; Lc 19,1-10

Il Signore mi sostiene

MERCOLEDÌ 22 NOVEMBRE rosso

S. Cecilia (m)
Liturgia delle ore prima settimana

2Mac 7,1.20-31; Sal 16; Lc 19,11-28

Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto

GIOVEDÌ 23 NOVEMBRE verde
Liturgia delle ore prima settimana
1Mac 2,15-29; Sal 49; Lc 19,41-44

A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio

VENERDÌ 24 NOVEMBRE rosso

Ss. Andrea Dung-Lac e c. (m)
Liturgia delle ore prima settimana

1Mac 4,36-37.52-59; Cant. 1Cron 29,10-12; Lc 19,45-48

Lodiamo il tuo nome glorioso, Signore

SABATO 25 NOVEMBRE verde

Liturgia delle ore prima settimana

1Mac 6,1-13; Sal 9; Lc 20,27-40

Esulterò, Signore, per la tua salvezza

DOMENICA 26 NOVEMBRE bianco

Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo
XXXIV Domenica del Tempo Ordinario – A
Liturgia delle ore propria

Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla